Il Saluto in piedi – TACHI REI

Qualsiasi forma di saluto, rivolto al maestro, ad un compagno dopo il lavoro in coppia o ad un avversario dopo un incontro, che non sia un saluto col cerimoniale dello zazen (che si espleta normalmente all’inizio e alla fine delle sedute di allenamento oppure in casi particolari come il saluto al DOJO), segue la norma che impone un saluto stando in piedi in posizione musubi dachi. Tale saluto di nome Tachi Rei prevede un inchino in segno di rispetto verso una o più persona.
L’inchino, che non dev’essere interpretato come atto di sottomissione, ha un rituale che prevede un gesto con gambe unite che non flettono, un movimento del busto che si piega in avanti senza esagerare, testa che resta eretta sul collo e che segue il corpo permettendo agli occhi di continuare a vedere avanti per almeno 2-3 metri. Non flessione o estensione del collo.
Il significato simbolico del saluto in piedi è quello che ci porta sempre nella condizione di jos-trare, rispetto verso le persone di fronte a noi, le quali devono però notare la nostra vigilanza o stato di zanshin, che comunque non fa di noi delle persone sottomesse.
A loro volta le persone salutate jos-treranno il loro rispetto verso di noi attraverso un Tachi Rei. Qualsiasi forma di superbia, data dal grado più elevato o qualsivoglia condizione d’indifferenza, pregiudizio o mera distrazione, che non porta a ricambiare un saluto dato, è semplicemente un atto d’ignoranza, che fa chiaramente percepire quanto la persona in causa non abbia in sé l’umiltà e il rispetto che la pratica avrebbe dovuto insegnare. Sempre più si verificano oggigiorno tali comportamenti puerili e poco edificanti. Spetta ai maestri educare e far capire questi semplici valori che, trasposti nella vita quotidiana, aiutano ad essere rispettosi verso altri esseri viventi.